Ci sono interviste che più che interviste sembrano bevute fatte ad un piccolo bar lontano dal chiasso e dal vociare della gente, chiacchierate piacevoli come se non si fosse mai fatto altro nella vita e fossimo sempre stati li, a parlare.
Fondamentalmente l’intervista ai ragazzi che organizzano il BEU BEU Art Festival è stato questo, niente di più, ma sicuramente niente di meno.

EVENTO:
BEU BEU Art Festival – 19 e 20 Agosto
Badia a Ruoti, Bucine (AR)
QUI le indicazioni

Mentre date una lettura, io ringrazio il grande Marco About e Rossana Calbi.

EdF – Ciao ragazzi, per prima cosa abbiamo bisogno di capire e far capire cosa
significa il nome BEU BEU, poi, solo dopo aver scoperto questo mistero,
potremo chiedervi il perché di un altro Festival dedicato all’editoria
indipendente ed alla grafica..? Insomma, presentateci il BEU BEU Art
Festival!
Tempo fa con Rossana siamo andati dalle parti di Bucine e parlando con Luz, anche lui organizzatore del festival, abbiamo scoperto che il verso dei caprioli è beu-beu. I caprioli abbaiano, se non ci credete cercate i video su YouTube!

EdF – Come detto prima, in questi ultimi anni, si assiste a un proliferare di
festival, eventi, contest, dedicati alla grafica, alla micro-editoria ed
all’editoria indipendente. Cosa pensate che ci sia sotto? È una moda
passeggera, un sofisticato ritorno alla carta, un fenomeno destinato o
cosa altro?
Un fumetto che lessi tanti anni fa, si concludeva con una frase tipo — dicono sia una moda, che ben vengano mode di questo tipo!
A me personalmente fa piacere che esistano così tanti festival, certo, non vado a tutti e alcuni a volte mi sembrano fotocopie di altri, ma se la carta torna prepotentemente, non posso che esserne contento!

EdF – Il mondo dei festival si va sempre più differenziando fra le grandi
adunate con prezzi vertiginosi e numeri da capogiro e le piccole realtà
che, fra mille problemi e una passione sfrenata, riescono a coinvolgere
e far divertire. Quali sono, secondo voi i motivi per cui questa
distanza si allarga sempre di più e non si riescono a creare invece
degli eventi che riescano ad unire le grandi organizzazioni milionarie
con quello che è il mondo vero e genuino come il Beu-Beu e tanti altri?
Beu-Beu, come tante altre piccole realtà, è fondato su una passione comune e quando si parla di tanti soldi, in genere la passione passa in secondo piano.
Qualche volta i piccoli eventi, col passare degli anni e dopo un grande riscontro mediatico, riescono a stringere la mano e a trovare dei compromessi con gli squali più grandi e per fortuna alcuni mantengono un minimo di quella freschezza iniziale. Per ora non credo sia il nostro caso, siamo alla prima edizione, presentiamo quello che ci piace senza dover scendere a compromessi, e non facciamo gola a nessuno! Per fortuna.

EdF – Una domanda a cui tengo molto e che faccio solitamente a chi, senza
timore, si getta nell’avventura di organizzare un evento come il Beu-Beu
è questa: descrivete nei dettagli il momento esatto in cui è nata l’idea
e la consapevolezza di riuscire a organizzare un festival. Spiegateci
dove e con chi eravate, cosa stavate facendo e quali sono stati i
sentimenti che avete provato quando la decisione è stata presa.
E oggi, che immagino il lavoro sia a pieno regime, descrivete allo
stesso modo la situazione in cui vi trovate mentre rispondete a questa
domanda.
La storia inizia con un incontro tra band musicali.
Suono con un paio di gruppi e nel nostro ambiente musicale ci si aiuta, quindi è facile scambiare date con band di altre città, in questo modo si conoscono un sacco di persone e si visitano molti luoghi. Così ho conosciuto i White Pagoda, gruppo di Ambra nel quale suona Luz, con lui trovammo subito interessi in comune oltre alla musica e dopo diversi anni, ci balenò in testa la stramba idea di organizzare un festival dalle sue parti. Ne parlammo con Rossana che è una curatrice, se non sbaglio, stavamo in un localetto di Roma a berci qualcosa.
Luz ci raccontò di un’antica abbazia a Badia a Ruoti, in questo posto c’era la voglia e la possibilità di organizzare progetti legati all’arte.
Come prima cosa, suonammo dentro l’abbazia e la volta successiva, fissammo un incontro con i ragazzi della Sichem Onlus che gestiscono il posto.
Dopo un paio d’incontri, avevamo le idee chiare e insieme all’associazione Eureka, capitanata da Luz e Strange Opera seguita da Rossana, buttammo giù il programma di Beu-Beu. Oggi mancano poche settimane dalla fatidica data, fremiamo. Tutti i preparativi sono in atto, distribuzione di volantini a tappeto, propaganda massiccia e dita consumate per rispondere a tutte le mail, siamo pronti e ce la facciamo un po’ addosso!
EdF – Un classico delle Edizioni del Frisco è quello di chiedere un proverbio,
un motto, un modo di dire che vi piace o che sentite adatto a questo
momento spiegando il perché di questa scelta…
Tira più un pelo di capriolo che una mandria di buoi.