Nel secondo dopoguerra alcuni studiosi dell’Università di Toronto (Havelock, Innis e McLuhan) hanno aperto il campo alle teorie dello sviluppo delle comunicazioni dall’antichità greca ai giorni nostri. Negli ultimi anni le loro tesi sono state in parte riassunte e in parte rovesciate, ma hanno comunque conosciuto una nuova primavera grazie al sogno della “neo-oralità” informatizzata e ai concetti (di volta in volta visti come positivi o negativi) di tecnopolio e tecnocittà. In Italia sono conosciuti soltanto alcuni elementi di questo dibattito ormai cinquantennale e soprattutto nessuno ha mai mostrato i legami di filiazione diretta o indiretta tra i vari partecipanti. Da Omero ai Cyberpunk offre un percorso di lettura che avvicina autori rimasti spesso confinati in ambito specialistico ad altri che non sono mai arrivati sugli scaffali delle librerie italiane.
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