Riconsiderando l’approccio al libro quale documento dai molteplici aspetti, e quindi proponendo di non ignorare quelli che sono ‘a posteriori’ rispetto al processo tipografico (il consumo, la lettura, la formazione delle raccolte librarie), il volume tenta di individuare – o di inventare – una collocazione meno ambigua della disciplina bibliografica. Negando da una parte un suo ruolo (improbabile) quale scienza ‘globale’ del libro, e dall’altra quello di essere un semplice sinonimo di storia della tipografia, propone invece una bibliografia che, esercitando la descrizione del documento-libro, abbia come fine ultimo l’edizione critica delle raccolte librarie.
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