Nel 1967 esce sulla rivista Hara-Kiri il primo numero della serie Pravda, la survireuse, illustrata da Guy Peellaert su sceneggiatura di Pascal Thomas, che sarà pubblicato in italiano l’anno dopo con il titolo Pravda la sbandata nel 1968.
Il fumetto riflette i conflitti tipici degli anni sessanta e del maggio francese, la contestazione delle istituzioni da parte dei movimenti sessantottini e la nuova presa di coscienza femminile. La protagonista, Pravda, è una giovane ragazza indipendente e libera da inibizioni: il suo aspetto è ispirato a Françoise Hardy e viene disegnata sempre seminuda, coperta soltanto da un gilet di cuoio aperto, un cinturone e un paio di stivali.
Ma, soprattutto, Pravda è nemica della società dei consumi, che combatte senza pietà mettendosi anche alla testa di un aggressivo gruppo di motocicliste. Cavalcando una moto a forma di pantera, sconfigge e umilia una popolazione di maschi violenti e militaristi, distruggendo i simboli della virilità, del consumismo e del potere,[3]. La violenza che permea l’opera non risparmia nulla e Pravda, incapace di credere nell’amore come forza positiva[5], arriva a uccidere il Principe Bello, personaggio che l’aveva sedotta e allontanata dalla lotta e dalla realtà.
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