Ross Murray is an illustrator from the sovereign state known as New Zeland.
1 – Describe how it was the first time you saw the movie “The Great Lebowski”
Ross Murray – In 1998 I was 19 years old and in my second year of university, studying graphic design. I saw ‘The Big Lebowski’ at the Academy which is a small cinema deep underground beneath the city library. The only Coen Bros film I’d seen at that stage was ‘Fargo’ which I loved – the atmosphere, the eccentricity and most of all, the dark humour. At that age I remember gravitating towards moody, often self-serious types of art so it was with an unexpected delight that I encountered ‘Lebowski’. There was such an offbeat exuberance to it, such sheer joy in it’s characterisation and storytelling. I saw it alone but still remember laughing out loud through most of it.
2 – To give readers an idea of your art try to describe what are some of your cultural references. At least 3 sources of inspiration that are important to you and why
RM – I’m a big comics fan – I love the muted incidentalism of Adrian Tomine; the craft and virtuoso of Tezuka and Otomo; the energy of Paul Pope’s artwork; the self-deprecating wit of Noah Van Sciver.
In terms of illustration and style I’m a big fan of Benjamin Güdel and Tomer Hanuka. They both draw very expressively and use colour to create a wonderful sense of mood.
Painters & printmakers I love are Robin White, Alphonse Mucha, Hiroshige, Faile, Dick Frizzell and many more!
And of course there are the artists that hardly need mentioning – Kubrick, Bowie, DFW. Their ambition, the incredible breadth of their work. As much celestial beings as artists, actually. They are my gods!
3 – Describe what is your environment where you live and where you work
RM – I live in a coastal city called Tauranga in New Zealand’s North Island. My house is in Papamoa, near a long surf beach. And my studio is in Mount Maunganui on a sand bar at the foot of an extinct volcano called Mauao. It’s exactly an hour’s drive between Whakatane where I grew up and Matamata where my wife is from. We used to live deep in a Coromandel pine forest but my wife nearly died when we had kids so we relocated to somewhere closer to a hospital. It’s really beautiful here though. It’s a real beach town and even though it still gets cold in the winter it kind of feels summery all year round.
4 – Indicate which of 2 of the artists you attend regularly and what you think are the most you can find today in your creative environment
RM – Nel 1998 avevo 19 anni, ero al mio secondo anno di università dove studiavo graphic design. Ho visto “The Big Lebowski” all’Accademia, in un piccolo cinema sotterraneo che si trovava proprio sotto la biblioteca della città. L’unico film dei fratelli Coen che avevo visto prima di quello era Fargo che amavo alla follia per l’atmosfera, l’eccentricità e soprattutto l’umorismo black.
C’era un’esuberanza così straordinaria in quel film! Uno spensierato divertimento nei suoi personaggi e nella sceneggiatura. Quando lo vidi ero solo ma ancora oggi, se ci ripenso, mi rivedo li a di ridere come un pazzo.
2 – Per dare ai lettori un’idea della tua arte, prova a descrivere quelli che sono alcuni dei tuoi riferimenti culturali, almeno 3 fonti di ispirazione che sono per te importanti e il perché
RM – Sono un grande fan dei fumetti – amo lo stile unico di Adrian Tomine; la manualità ed il virtuosismo di Tezuka e Otomo; l’energia di Paul Pope e lo spirito corrosivo di Noah Van Sciver.
In termini di illustrazione e stile sono un grande fan di Benjamin Güdel e Tomer Hanuka. Entrambi hanno un disegno molto espressivo e usano il colore per creare espressività ai loro personaggi.
I dipinti e gli stampatori che amo sono Robin White, Alphonse Mucha, Hiroshige, Faile, Dick Frizzell e molti altri!
E naturalmente poi ci sono gli artisti che non hanno bisogno di essre ricordati, gente come Kubrick, Bowie, DFW. La loro imponenza, l’incredibile grandezza del loro lavoro li rende esseri celesti. Sono i miei dèi!
3 – Descrivi quello che è il tuo ambiente dove vivi e dove lavori.
RM – Vivo in una città costiera chiamata Tauranga nella parte Nord della Nuova Zelanda. La mia casa si trova a Papamoa, vicino a una lunga spiaggia di surf. E il mio studio si trova sul monte Maunganui, vicono ad un bar sulla sabbia situato ai piedi di un vulcano estinto chiamato Mauao. È esattamente un’ora di macchina di distanza da Whakatane dove sono cresciuto e Matamata dove è cresciuta mia moglie. Abbiamo deciso di vivere in tranquillità in una foresta di pini di Coromandel, ma mia moglie quasi morì quando stava aspettando uno dei miei figli quindi ci siamo trasferiti in un posto vicino ad un ospedale, non si sa mai!
È veramente bello qui però. È una vera città sulla spiaggia e, anche se d’inverno fa freddo, si sente l’aria dell’estate per tutto l’anno.
4 – Indica quali sono 2 degli artisti che segui regolarmente e che pensi siano il massimo che si può trovare oggi nell’ambiente creativo
RM – Ne ho già indicati molti nella domanda precedentemente, quindi parlerò di un paio di artisti di cui lavoro di recente mi è piaciuto guardare i lavori:
Liam Bowen è un artista di Auckland che pubblica fumetti con Sergio Cornaga e altri piccoli editori indipendenti come Team 3000 Press. Il suo lavoro è fantastico, commovente e divertente insieme. Dai un’occhiata qua
Anche Zöe Colling lavora a Auckland e disegna mini-fumetti. Racconta storie brevi sulla vita domestica, tutte con un bello stile. È su Instagram.
5 – Adesso che siamo alla fine, prova a spiegare cosa rappresenta per te “Il grande Lebowski” e perché pensi che abbia così tanto influenzato il mondo della grafica e dell’illustrazione
RM – Ho guardato ‘The Big Lebowski’ più volte di qualsiasi altro film. Posso citare ogni dialogo. Walter Sobchak è probabilmente il mio personaggio preferito in tutto il cinema. Il film celebra veramente quell’essere originale a cui un sacco di persone creative si vogliono riferirsi. E a livello di regia è un film così ben progettato e realizzato da farci innamorare. Ho vissuto in Giappone tra il 2001 e il 2003 con un ragazzo canadese ed uno texano – entrambi amavano Lebowski come me – e quasi ogni fine settimana, organizzavamo partite di bowling bevendoci i nostri immancabili white russian.