Sempre interessante seguire gli spostamenti di Steven Heller, grafico, storico del design e giornalista curiosone che regolarmente scrive per Wired e Design Observer. È anche l’autore di oltre 170 libri sul design e sulla cultura visiva per cui nel 1999 ha ricevuto la medaglia AIGA.
Sempre interessante dicevo perché non finisce mai di scovare tesori, di promuovere editoria e grafica rendendo il suo lavoro di scopritore anche utilissimo nella divulgazione.
In questo caso, l’ultima gemma che mi ha fatto scoprire è il libretto, o forse è meglio definirla fanzine, dal titolo “The Blind Man”, prodotta nel lontano 1917 a New York da Marcel Duchamp, Henri Pierre-Roché, Beatrice Wood.
The Blind Man è una rivista chiave del 20esimo secolo, il prodotto di una ricca rete di personaggi fantasiosi che gravitavano attorno al pazzo universo Dada, modernisti e altri avanguardisti di New York che, gazie a questa editoria underground, introdussero il pubblico al Dada negli Stati Uniti.
Sono stati prodotti solo due numeri di The Blind Man ma sono bastati per sconvolgere New York con la presenza del meglio della provocazione artistica del periodo: Mina Loy, Walter Conrad Arensberg, Francis Picabia, Gabrielle Buffet, Allen Norton, Clara Tice, e tantissimi altre e altri sono apparsi tutti nelle sue pagine.
Presumibilmente, il destino dell’uscita o meno di Blind Man fu deciso in una partita a scacchi tra Roché e Picabia che a sua volta stava per pubblicare la sua pubblicazione Dada, “391“.
E la rivista fece il botto visto che nel secondo ed ultimo numero veniva presentata per la prima volta la fotografia di Stieglitz sulla “Fontana” di Duchamp e una difesa di quell’opera, considerata oggi una delle più importanti del XX secolo.
Artbook, una storia libreria antiquaria di New York, ripresenta la rivista in una ristampa facsimile insieme al poster disegnato da Beatrice Wood, il tutto confezionato insieme in un bellissimo e romanticissimo cofanetto acquistabile qui.