Si racconta che Richard McGuire, autore della graphic novel Here, abbia avuto l’idea per il suo capolavoro osservando un angolo della sua casa d’infanzia e immaginando le infinite storie che quello spazio avrebbe potuto raccontare. Partendo da questo spunto, Robert Zemeckis nel suo adattamento cinematografico espande questa visione, trasformando la stanza protagonista in un vero e proprio crocevia di memorie umane, un teatro temporale che abbraccia secoli di esistenze frammentate. Il film diventa così un’opera che dialoga con la poetica del frammento, un tema che ha affascinato filosofi e artisti, da Friedrich Schlegel ai surrealisti, fino a pensatori contemporanei come Walter Benjamin e Jacques Derrida.


La poetica del frammento trova origine nel Romanticismo tedesco, con autori come Friedrich Schlegel che consideravano il frammento non come un limite, ma come un’espressione dell’infinito, capace di suggerire più di quanto espliciti. Questo concetto è ripreso e rielaborato nel film di Zemeckis, che abbraccia la frammentarietà come struttura narrativa e visiva, riflettendo la complessità della memoria e del tempo. Ogni episodio raccontato nello stesso spazio si presenta come un tassello isolato, ma interconnesso, evocando quella tensione tra unità e discontinuità che caratterizza il frammento romantico.

Walter Benjamin, nei suoi studi sulla storia e sull’arte, descriveva il frammento come uno strumento per cogliere l’essenza del passato attraverso dettagli apparentemente insignificanti. In Here, il passato e il presente si intrecciano in una narrazione che dissolve i confini temporali, proprio come Benjamin intendeva il suo progetto dei Passages, dove ogni frammento illuminava una totalità perduta. Questo dialogo con Benjamin si arricchisce ulteriormente nel modo in cui Zemeckis utilizza lo spazio della stanza per costruire una narrazione che non segue una linearità temporale, ma che si dipana come un mosaico in cui ogni pezzo racconta una storia autonoma, ma interconnessa.


Jacques Derrida, con il suo concetto di différance, offre un’altra chiave di lettura per il film. La tensione tra presenza e assenza, tra ciò che viene mostrato e ciò che resta implicito, è centrale in Here. La stanza è un luogo fisico, ma anche un’idea, un contenitore di memorie che emergono e scompaiono continuamente, come tracce evanescenti. Questa frammentazione temporale non solo sfida le convenzioni narrative tradizionali, ma sottolinea anche l’impossibilità di afferrare pienamente il reale, un tema caro a Derrida.

Da un punto di vista estetico, Here incarna il frammento anche nella sua costruzione visiva. Le transizioni tra epoche diverse, spesso fluide ma talvolta spiazzanti, ricordano il montaggio cinematografico sperimentale dei surrealisti, come nelle opere di Luis Buñuel, che utilizzavano accostamenti apparentemente casuali per creare nuovi significati. Questa tecnica richiama anche il collage, un medium che celebra la frammentarietà come forma d’arte, evocando la sovrapposizione di tempo e spazio che caratterizza il film.


Sociologicamente, il film riflette sulla connessione tra gli esseri umani e lo spazio abitato, esplorando come un luogo possa diventare il testimone silenzioso di infinite storie. In un’epoca dominata dalla frammentazione digitale, Here ci ricorda che i frammenti del passato sono fondamentali per comprendere chi siamo. Come sottolinea Benjamin: “Solo nel presente può essere riscattato ciò che è rimasto in sospeso nel passato” (Angelus Novus, 1940).

In conclusione, il film Here è un sofisticato esercizio narrativo, ma anche un chiaro esempio di poetica del frammento. Attraverso il suo intreccio di storie e la coraggiosa scelta del punto di vista fisso, Zemeckis ci invita a riflettere sulla natura del tempo, della memoria e dell’esperienza umana. Here ci dimostra, a prescindere anche dalla qualità complessiva dell’opera, come i frammenti, e dunque le nostre vite, possono trovare un significato nella giustapposizione, nell’accostamento, nella relazione con ciò che ci circonda, trasformando ogni istante in una piccola eternità.