Henri van der Stok è un artista di cui, in un mondo così traboccante di informazioni di ogni genere, non si sa paradossalmente quasi niente, se non che è nato in Indonesia nel 1870 per poi stabilirsi all’Aia, in Olanda, dove più o meno, dovrebbe essere rimasto fino alla morte, anche questa avvenuta in data che si presume essere il 1946, ma non ci giurerei.
Van der Stok eccelleva nella xilografia e nella litografia e lo faceva con uno stile già allora assai riconoscibile grazie alle sue indiscutibili capacità di disegnatore. Il suo talento riesce ad esprimersi al meglio quando si inserisce nel solco del design art déco, uno stile a cui rimarrà coerente per tutta la sua carriera.
Recentemente sono state ritrovate alcuni suoi lavori che hanno fatto immediatamente il giro del web riscuotendo un innegabile successo. Si tratta di una serie di maschere che rappresentano gli spiriti planetari e che riportano alla mente taluni lavori che il grafico inglese Barney Bubbles, creò nel 1973 per i fan della band Hawkwind – per molti una delle prime a suonare quello che sarà poi definito l’heavy metal.
Oltre però a certe similitudini con Bubbles, quello che salta agli occhi sono i legami con un altro nome centrale nella grafica degli anni a cavallo fra l’Ottocento e il XX Secolo, quel Aubrey Beardsley – di soli due anni più giovane di van der Stok – che con la sua esistenza spezzata a soli 25 anni, continua a seminare l’imperituro dubbio su cosa e dove si sarebbe diretto con la sua arte. Ovviamente, possiamo solo fare supposizioni a questo proposito anche se, è certo, anch’egli come del resto tutti gli artisi del tempo, avrebbe dovuto affrontare le sfide poste dal Modernismo. Per qualcuno ciò ha significato ignorarlo, per altri al contrario abbracciarlo facendosi inebriare creativamente dalle moltissime nuove possibilità che esso offriva.
I suoi disegni delle maschere – di cui vi riportiamo solo alcuni degli esemplari realizzati – si collocano facilmente tra le stilizzazioni che evidentemente rimandano al periodo Art Decò, ma che anticipano anche certi estremismi grafici che saranno la base per i lavori di artisti quali Stanisław Szukalski e successivamente Rick Griffin.