Tra art déco, propaganda e ossessione per l’apocalisse, Max Grundy è il profeta grafico della Kustom Kulture contemporanea. Nato negli Stati Uniti, Grundy ha sviluppato un linguaggio visivo immediatamente riconoscibile: illustrazioni ipergrafiche, bidimensionali, dominate da grigi, neri e rossi, dove automobili custom, elmetti da guerra e simboli di sorveglianza si fondono in scenari sospesi tra distopia e ribellione.



Grundy affonda le sue radici nella cultura delle hot rod californiane, nei fumetti pulp degli anni ’40 e nella propaganda della Guerra Fredda. La sua arte, influenzata da Saul Bass e dallo stile WPA, trasforma la paranoia americana in una forma estetica quasi religiosa, dove il culto del motore e della libertà si scontra con la sorveglianza totale e il controllo tecnologico. Ossessionato dal tema del “controllo vs libertà”, Grundy non si limita a decorare il mondo custom: lo narra, lo celebra, lo protegge. La sua arte è diventata manifesto per biker, outsider e creativi underground, un incrocio tra posterismo militante e culto della macchina. Ogni sua opera è una dichiarazione di indipendenza visiva, rumorosa e perfettamente cromata.



