Sempre più spesso, durante le mie lezioni o nel più banale chiacchiericcio con amici o persone che “vivono” dal di dentro l’editoria indipendente, mi succede di giungere nella conversazione alla domanda su come e in quali forme una certa editoria indipendente si sia spostata e trasformata nel XXI secolo.
Ovvio, le considerazioni potrebbero essere molte e anche articolate quindi le rimando a altre situazioni, quello che vi presento oggi è quindi solo un esempio di come, anche nell’era del cosiddetto “disimpegno”, almeno superficiale, ci siano casi di fanzine molto impegnate a scavare nel senso delle dinamiche di cui siamo testimoni.
Pensacola, FL, questo il titolo della fanzine di 64 pagine, è un progetto fotografico del fotoreporter William Mebane – già collaboratore di The New Yorker, The New York Times Magazine e Bloomberg Businessweek – che nel dicembre del 2017, ha documentato una manifestazione di Donald Trump a Pensacola, in Florida.
Originariamente pensata per essere un libro, l’elegante fanzine tenta di documentare le divisioni culturali e civili che si palesano a un classico raduno dell’oramai ex Presidente degli stati Uniti.
“Sono andato alla manifestazione perché volevo vedere di persona cosa è successo a questi raduni”, scrive nella prefazione a questa raccolta non rilegata di pagine piegate, “per ascoltare i messaggi e vedere chi si è presentato per sostenere il presidente Trump”. Con sua sorpresa “non si aspettava di essere demonizzato dal presidente, di temere per la mia sicurezza personale, o di sentire l’uomo più potente del mondo attaccare il primo emendamento”.
Personalmente commosso e timoroso di ciò che aveva visto e sentito, William trattenne il contenuto per quasi tre anni. Questo tabloid di 64 pagine, progettato per funzionare sia come fotolibro che come raccolta di poster, presenta immagini e citazioni dell’evento, nonché un racconto del regista Tim Sutton.
Come scrive Steven Heller: “Questo reportage fotografico illumina su di un periodo assai pericoloso della storia americana attraverso di persone trascinate nel potente vortice dell’energia negativa di un uomo.
Con l’aiuto di due designer Cybele Grandjean e Kevin Brainard di Area Of Practice, Mebane si è auto prodotto questa raccolta di fotografie a doppia pagina rilegate insieme con sorprendente fascino dato dal forte contrasto che deriva dalle diverse combinazioni di immagini.
Secondo le parole di Kevin Brainard:
“Dopo aver guardato le immagini nel corso del progetto, mi sentivo abbastanza intimo con i diversi soggetti rappresentati che dimostrano la presenza di un’America che crede veramente che la sua grandezza sia stata ridotta, almeno in parte, dai valori che l’hanno resa grande.”
Il carattere utilizzato per le (poche) parti testuali è il Prophet della Dinamo, un carattere che avesse un “peso visivo”, non troppo carino o trendy, ma che fosse chiaro e riconoscibile.
Sul sito della Dinamo si legge infatti come la famiglia Prophet – rilasciata nel 2016 – si ispiri alla Georgina di Joseph Churchward e combini curve calligrafiche con una sensibilità pulita, simile a una macchina da scrivere, unendo i generi disegnati a mano con quelli meccanici.
Non rilegata e non tagliata, la fanzine Pensacola, FL è ricca di foto di gruppo e primi piani ravvicinati, molti ingranditi proprio per enfatizzare l’estetica dalla visibilità della grana.
Si tratta di una selezione organizzata per mettere lo spettatore al centro dell’esperienza, per tentare di mostrare il trumpismo nella sua carne e nelle sue emozioni.
Per alcuni, questa è la vera America o – comunque la si pensi – ne rappresenta quasi la metà degli elettori, persone che vogliono il proprio pezzo di torta americana e non sono affatto disposti a condividerla con nessuno che non appartenga a questa pseudo tradizione costruita attorno alla popolazione bianca, alla libertà di possedere armi, a forme millenaristiche di religiosità e, ancora, a tutto un mondo di narrazioni e credenze che vanno dal suprematismo bianco fino alle teorie del Qanon per cui vi rimando al breve video/analisi di TLON.
“Un oggetto stampato è un’esperienza così diversa dalla condivisione dello stesso contenuto online”, afferma William, “Penso che condividere il lavoro stampato sia davvero importante. Mostra un impegno per il contenuto e per lo sviluppo della propria pratica e visione fotografica.”