Uno degli aspetti che più mi affascina da sempre della poster art è il suo essere instancabile, indecifrabile e impossibile da definire attraverso categorie specifiche e fisse.
Fin dagli anni Sessanta, quando si ritaglia attraverso l’esplosione della grafica psichedelica, un suo ambito e una propria dignità artistica, sia pur con qualche periodo di stanca, non ha infatti mai cessato di fornire spunti e idee divenendo con il tempo una delle pochissime forme espressive caratterizzate da una straripante vitalità.
A dimostrazione del piacere che la ricerca in questo settore può dare, oggi vi parlo di Massa AquaFlow, un artista, graphic designer e tipografo con sede a Okinawa, in Giappone.
Un personaggio a prima vista di secondo piano nel panorama della poster art e più in generale della grafica, ma che a mio avviso, è giusto segnalarvi per alcuni aspetti che reputo interessanti.
Massa AquaFlow intanto crede fermamente che i volantini degli eventi che vediamo in giro per le nostre città abbiano la funzione di veri e propri megafoni necessari a diffondere stili ed estetiche indipendenti in cui quello che conta è la possibilità – mi verrebbe da dire la necessità – di sperimentare liberamente e senza vincoli commerciali su tutti gli elementi tipici della poster art: dalla grafica alla tipografia, dai colori al formato, dalla carta ai soggetti.
Spinto da questa certezza, Massa AquaFlow concentra le sue energie creative nella progettazione di poster e volantini per eventi soprattutto legati alla musica Reggae.
L’artista, nei suoi numerosissimi lavori, evidenzia una chiara passione verso i poster e le grafiche delle etichette discografiche del Reggae giamaicano degli anni Settanta e Ottanta, oltre che verso i manifesti europei prodotti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Ma il suo stile tradisce anche un’attenzione particolare all’arte del tatuaggio e, ancora di più, a quella dei graffiti e della street art, anche e soprattutto old school.
Come spesso accade quando si tratta di artisti giapponesi, questa serie di riferimenti, anche lontani fra loro, vengono fatti propri e rivisitati con lo sguardo tradizionale della Ukiyo-e, ovvero l’immagine del mondo fluttuante, la tecnica di stampa artistica giapponese prevalentemente su carta, impressa con matrici di legno, fiorita nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo.
Nel lavoro di Massa AquaFlow viene rivendicato il primato che anche al giorno d’oggi, con i social che sono diventati i media più familiari al grande pubblico, dei poster stampati su carta, una potente forma di comunicazione che ha contribuito a creare gusti e generi, a supportare scene più o meno indipendenti, a diffondere musica e a lanciare artisti.
Nelle nostre città infatti, i poster degli eventi vengono definiti, soprattutto in ambito anglosassone con il termine ephemera, prodotti effimeri appunto, con una durata molto breve e un destino fatto di veloce obsolescenza o, ancora più spesso, sostituzione con nuovi manifesti.
Un destino naturale, un fenomeno nato in e per la strada e che con essa mantiene un legame che lo rende unico, come unica è infatti la spontaneità e la freschezza che, anche nei lavori di Massa AquaFlow sul lettering, veramente fantasiosi e ricchi di spunti, emerge senza filtri o mediazioni.