Quando leggiamo titoli come “Trump cerca il caos per convincere che il suo fascismo è preferibile all’anarchia” riferiti agli scontri che stanno infiammando gli Stati Uniti ed in particolare la città di Portland, una delle storiche città libertarie americane, è giusto farsi delle domande del tipo ma perché proprio a Portland?

Ecco che, come spesso accade, è dando un’occhiata alla storia della stampa, alla tradizione dell’editoria locale, in particolar modo quella più nascosta, che si possono ipotizzare alcune risposte..

Dal 1895 al 1897, un gruppo di agricoltori di Sellwood, una piccola città sul fiume Willamette a sud-est di Portland, in Oregon, inizia a pubblicare Firebrand, un influente quotidiano anarchico.
Fin dalla sua testata, la pubblicazione settimanale che vede la luce  il 27 gennaio 1895, proclama la sua missione: “Per il rogo delle ragnatele dell’ignoranza e della superstizione“.

Sempre nel primo numero troviamo il manifesto dell’intero progetto editoriale: “The Firebrand non ha un editore, nel senso ordinario. Nessuno è investito del potere di escludere quelle idee che non concordano con le proprie. Non crediamo nella censura. Vogliamo una stampa senza restrizioni, una stampa libera!“.
A differenza delle molte pubblicazioni anarchiche che sono prodotte all’epoca, Firebrand affronta soprattutto questioni sociali e politiche proponendo, ad esempio, dei cambiamenti estremamente radicali nelle relazioni tra donne e uomini.
Nei primi numeri del giornale, Firebrand pubblica testi incentrati su questioni locali riferendosi particolarmente alla leadership politica della città, mettendone in discussione le decisioni, smascherandone gli interessi torbidi di politici e magnati aziendali come Henry Corbett, Joe Simon e Henry Failing.
Oggi molti di questi stessi uomini sono celebrati per il ruolo che hanno avuto nei primi anni di sviluppo economico della città di Portland, ma Firebrand ha spesso messo in evidenza il lato oscuro della loro carriera.

Oltre a riportare notizie sulle attività degli anarchici locali e a promuovere una avanguardista forma di società basata sull’amore libero, Firebrand pubblica lunghi articoli di saggistica anche di sociologia, letteratura e molto altro, come dimostrano i numerosi testi molto critici verso le tesi del libro Principi di sociologia di Herbert Spenser, o la difesa di Oscar Wilde che, proprio in quel periodo, sta per essere rilasciato dal carcere.
Come tipico dell’editoria anarchica, emerge anche in questo caso, la fittissima rete di collaborazioni e contatti con le altre realtà degli sparse in giro per gli Stati Uniti, un fenomeno questo, tipico del pensiero anarchico che vede nella relazione  e nel supporto vicendevole uno dei principali fattori di cambiamento.
Tra i principali scrittori ed editori di Firebrand ci sono gli anarchici Henry Addis e Abraham Isaak, gli scrittori William Holmes del Colorado e Viroqua Daniels dalla California.

Su Firebrand vengono pubblicati articoli originali e risposte inviate loro dai loro lettori. Questo formato consentiva agli anarchici di lingua inglese provenienti da tutti gli Stati Uniti e dal Canada, e occasionalmente anche dall’Europa, di impegnarsi reciprocamente in una discussione aperta, contribuendo a costruire un movimento transcontinentale coeso.
Anche gli abbonati alla rivista, vera fonte di sostentamento del progetto, sono sparsi un pò ovunque, dagli Stati Uniti al Canada e fino all’Europa e supportano il progetto in ogni modo, come richiesto dagli editori stessi in un Annuncio speciale in cui si legge: “Accettiamo qualsiasi cosa che possiamo utilizzare in pagamento per l’abbonamento“.
Un sostenitore del Minnesota offre addirittura di contribuire inviando un libretto con le istruzioni sulla tassidermia (!) pur di poter ricevere una copia della rivista. Gli anarchici della città di Tacoma, per sopportare le pubblicazioni di Firebrand, organizzano un concerto di cetra mentre altri di un non specificato paese del sud inviano ceste di lamponi e ribes (!!).
Classicamente rigido nella grafica, Firebrand non concede quasi niente all’estetica, come tipico della maggior parte delle pubblicazioni anarchiche, da sempre concentrate esclusivamente per ovvi motivi economici, sul contenuto e sulla diffusione delle idee. Scarsissime sono infatti le immagini, totalmente assente la grafica, rigida ed estremamente chiara la distribuzione degli articoli.

Con la diffusione di Firebrand, aumentano anche i resoconti sulle numerose attività delle forze dell’ordine locali per provocarne la chiusura, ognuna di queste regolarmente pubblicate nelle pagine della rivista con tanto di foto e testimonianze dirette.
Un esempio è quello che che coinvolge il bibliotecario di Loveland, in Colorado, che convoca un’assemblea cittadina in cui distrugge pubblicamente le copie del giornale visto come un pericolo per la vita dei propri concittadini.
L’approccio e la visione di Firebrand sono estremamente liberali e moderni per il periodo soprattutto, come detto, sullo spinoso tema della sessualità.

È proprio la frequente analisi sul cosiddetto Free Love e sui diritti delle donne presente regolarmente su Firebrand, e non le analisi politiche, a far infuriare i censori.

Ecco dunque numerose le condanne e i sabotaggi fino agli arresti di Addis, Isaak e A.J. Papa, con l’accusa di distribuire materiale osceno attraverso il servizio postale. Uno dei materiali discutibili è “A Woman Waits for Me“, una poesia di Walt Whitman.

Questa denuncia porta gli editori al relativo processo e al frettoloso verdetto della giuria del settembre 1897 che è di totale colpevolezza. La sentenza è così fuori luogo, anche alla luce del fatto che le poesie di Withman sono comunque già pubblicate e circolanti, che Addis e Isaak ottengono rapidamente la libertà, ma Firebrand non riesce a riprendersi a causa dei costi sostenuti per le spese legali dei due ed è costretto a cessare le pubblicazioni, il vero obiettivo non dichiarato, quello cioè di mettere in ginocchio il progetto editoriale, è stato infine raggiunto.
Come spesso accade, e come la storia dovrebbe insegnare, la fine di Firebrand non assopisce l’attivismo locale del movimento anarchico, anzi. Tant’è vero che proprio dalla cessazione di Firebrand nascono altri giornali anarchici in lingua inglese il più importante dei quali è senza dubbio Free Society, pubblicato dall’ex Firebrand Abraham Isaak, centro del movimento anarchico americano fino al suo termine nel 1904.