Alexandre Dupouy è uno scrittore, libraio ma soprattutto figura di riferimento della controcultura francese. Proprietario dell’emporio Larmes d’Éros, Lacrime di Eros, è proprio dal suo archivio che ha estratto la maggior parte del materiale fotografico riprodotto nello splendido libro City of Pleasure: Paris Between the Wars che rappresenta un racconto della Parigi underground fra la storia erotica della città, testimonianze della controcultura e del cambiamento dei costumi e della società.
Questa storia sociale eccentrica, una guida ai due decenni della capitale francese compresi tra le due guerre, è un viaggio carico di erotismo.
Innanzi tutto va sottolineata la meraviglia della documentazione fotografica presentata in modo elegante, nelle 176 pagine del bel libro pubblicato dalla Korero Press.
Molte delle immagini proposte non sono accompagnate da informazioni visto che trattasi nella maggior parte dei casi di materiale illecito e quindi mai adeguatamente catalogato. Tuttavia, resta un archivio fotografico e grafico assai affascinante e utile per sottolineare quanto sia stata libertina Parigi in un’epoca sessualmente esplicita e aperta all’erotico molto più di quanto non lo sia nella nostra contemporaneità del politically correct.
Ci sono due aspetti particolari in questo libro.
Uno è che questo volume difficilmente può essere definito solo un reportage fotografico. La ricchezza visuale, con le rappresentazioni di poster e grafiche dell’epoca, l’approfondimento sul mondo studentesco e quello sul mondo intellettuale, contribuiscono a renderlo un vero e proprio documentario cosio culturale della cosiddetta Città del Piacere.
L’altro è che nel promuovere lo spirito libertino dell’epoca, il suo sfavillante anticonformismo e la nudità prorompente, si evita furbescamente di riportare a galla anche l’altra metà del cielo, quella più nascosta e meno luminosa, ovvero la povertà e le vittime della prostituzione coatta. Resta solo l’aspetto celebrativo del periodo, togliendo però molto di quella che era la realtà delle strade parigine.
Il libro è suddiviso in cinque sezioni tematiche, come The Renaissance of the Nude o L’età d’oro del bordello, ciascuna con un saggio introduttivo che presenta le feste di Montparnasse e quel contagioso senso di liberazione derivante dalla fine della prima guerra mondiale che ha cambiato il modo in cui le persone vedevano e vivevano il mondo.
Proprio in questo contesto, alcune donne decidono di prendersi il controllo del proprio destino e non soccombere al modello di comportamento prescritto dalle tradizioni.
(Vi ho parlato QUI, a questo proposito anche del fenomeno flappers)
Lo stile di vita bohémien di artisti e scrittori era egualitario, democratico nella sua diffusa povertà e il ricordo della Comune di Parigi era ancora vivo e vegeto. Nei caffè, nei cabaret, nelle sale da musica, come Le Chat Noir, furono sfidate per la prima volta le restrizioni morali tipiche del periodo precedente alla prima guerra mondiale.
Una testimonianza unica e nascosta, forse per pochi amanti del genere, che però resteranno soddisfatti di un prodotto ricco, elegante e davvero ben curato, che sa restituire lo zeitgeist di una società libera.