Nonostante siano oramai anni che regolarmente passo del tempo a spulciare archivi, centri di documentazione, biblioteche e, più recentemente il mondo digitale, devo ammettere che ci sono ancora delle piccole gemme che riescono a sorprendermi come se fosse la prima volta.
Difficilmente infatti ho incontrato una pubblicazione che risale agli anni ottanta, e facente parte a tutti gli effetti del movimento postpunk, che riesca a rappresentare il caos mentale, l’eterogeneità di stimoli e influenze, come i due volumi The Encyclopaedia of Ecstasy.
Si tratta di una fanzine assolutamente fuori da ogni genere a casistica convenzionale, pubblicata da Alistair Livingston, già collaboratore della fanzine americana sul punk
Ripped And Torn, nel 1983.

Livingston, che al tempo era parte del collettivo anarchico Kill Your Pet Puppy attivo dal 1979 al 1984, si è nutrito di stili talmente variegati da risultare un caso isolato di artista che non si ha modo di incasellare in nessuna definizione definitiva. Dalla grafica Crass, al Bauhaus; dallo stile Blood and Roses fino alla pura psichedelia.

Una “fanzine goth punk psichedelica”, così la definiva lo stesso Livingston, e non è certo fuori dal seminato con questo sottotitolo, visto che in queste pagine oramai ingiallite dal tempo, trovano spazio visioni che potrebbero giungere direttamente dalla poetica di un Arthur Rimbaud che decide di confrontarsi con temi quali la tecnologia e la crisi della cultura occidentale.

The Encyclopaedia of Ecstasy, vol.1, 1983

La copertina, contenente una piramide massonica che tutto sembra vedere, è circondata da una grafica che strizza l’occhio alle decorazioni d’oro di Gustav Klimt, artista più volte citato all’interno del primo volume, mentre l’interno è una rivisitazione in chiave psichedelica dell’estetica punk costruita dal classico cut and paste, questa volta però iniettato di colori e simbolismi vertiginosi.

Il solo guardare queste pagine credo metta addosso una voglia matta di riprendere forbici e colla e lo stesso effetto arriva dal secondo volume, sempre del 1983, scritto in pieno clima da guerra nucleare.
L’ultima parte del secondo volume infatti viene scritta da Livingston l’11 novembre del 1983, lo stesso giorno in cui terminò la cosiddetta “Operazione Able Archer”, il nome in codice di un’esercitazione della NATO durata 5 giorni nella quale veniva simulata una escalation globale che avrebbe portato alla guerra atomica.
Durante i dieci giorni di Able Archer 83, il mondo si avvicinò all’annientamento nucleare quanto lo era stato nella crisi dei missili cubani del 1962.

The Encyclopaedia of Ecstasy, vol.2, 1983

Sia pur graficamente meno sperimentale del primo volume, la secondauscita riporta un componimento dello stesso Livingston proprio sul terroore della guerra nucleare inserito in una serie di decorazioni a penna fatta dallo stesso autore.
Emerge quello che è il sentimento diffuso e profondo del tempo, l’aria pesante e la paura.

The Encyclopaedia of Ecstasy è un diamante, forse grezzo tenuto conto del periodo, ma pur sempre un diamante.
il suo travalicare generi e stili è l’esempio più lampante di come non vi siano limiti di sorta quando si ha a che fare con l’editoria indipendente.