Negli anni Sessanta l’uso diffuso della dietilamide dell’acido lisergico (LSD) e di altri allucinogeni ispirò una generazione a re-immaginare l’universo e il nostro posto al suo interno. L’arte psichedelica risale infatti addirittura alla Preistoria, un’arte spesso realizzata da artisti autodidatti. La cosmologia che ne risulta è intrisa di sfaccettature mistiche e spirituali, nonché di temi fondamentali che coinvolgono la percezione della realtà situandola in un movimento vicino alla cosiddetta arte visionaria. Il modo in cui l’arte psichedelica è rimasta in gran parte non riconosciuta e sottovalutata dal mondo dell’arte mainstream, soprattutto in Italia, resta ancora una lacuna tutta da colmare.
Dal 3 al 6 marzo prossimo, la Outsider Art Fair di New York celebrerà il suo 30° anniversario con una serie di eventi imperdibili per chi ama le manifestazioni “alternative” della cultura del Novecento. Fra le proposte in programma una in particolare ha attirato la mia attenzione, la presentazione di Field Trip: Psychedelic Solution, 1986–1995 , una mostra con opere provenienti dalla leggendaria galleria underground Psychedelic Solution situata negli anni Sessanta sull’Ottava strada, nel libertino Greenwich Village newyorchese. La mostra è curata dal famoso artista contemporaneo Fred Tomaselli noto per i suoi “kaleidoscopic pill paintings” ovvero i quadri dipinti con pillole caleidoscopiche.
Questa mostra attinge ampiamente dalla collezione personale di Jacaeber Kastor, il fondatore dello Psychedelic Solution e organizzatore, tra il 1986 e il 1995, di dozzine di mostre rivoluzionarie. Un evento che presenta alcuni dei più grandi nomi della stagione della grafica psichedelica. I punti di maggior interesse includono la stampa dal titolo Skeleton Amidst Roses, il disegno a inchiostro originale di Edmund J. Sullivan del 1900 da cui nacque l’idea di uno dei più iconici manifesti della poster art californiana oltre che la genesi del logo stesso della band dei Grateful Dead.
Inoltre sono esposti rari cimeli delle prime forme di Blotter Art, termine che si riferisce ad opere d’arte stampate su carta assorbente perforata in piccoli quadrati, su cui veniva fatto cadere dell’LSD liquido.
Immancabile in un’esposizione del genere la presenza della leggenda dell’underground comix, Robert Crumb oltre che dei suoi figli terribili quali Gary Panter, Robert Williams e S. Clay Wilson, le cui collaborazioni con molte delle band più famose degli anni Sessanta sono divenute le immagini iconiche di un’intera stagione.
Altri artisti presenti alla mostra con i loro lavori sono: Isaac Abrams, Joe Coleman, Bruce Conner, Jean Conner, Alex Grey, Allyson Grey, HR Giger, Olga Spiegel e Suzanne Williams insieme a leggende come Lee Conklin, Rick Griffin, Alton Kelley, Victor Moscoso, Stanley Mouse, Spain Rodriguez e Wes Wilson.
“In omaggio agli aspetti folcloristici dell’arte psichedelica , da cui è nato organicamente gran parte di questo movimento”, osservano gli organizzatori, “Field Trip presenta opere originali che restituiscono un periodo culturale unico nel suo genere”.
Nel suo saggio sulla mostra, Carlo McCormick scrive:
“Molti di questi artisti sono immediatamente riconoscibili per i loro contributi creativi alle grafiche delle copertine degli album, dei fumetti underground e delle locandine, ma la loro persistente e colpevole omissione dalla storia dell’arte istituzionale dimostra come i loro canoni estetici non ortodossi rimangono ancora oggi rivoluzionari e suggeriscono che il mondo dell’arte premia i precetti formalisti rispetto alle espressioni disordinate e a volte scomode del massimale“.
Attingendo a quasi settant’anni di creatività radicale, questa mostra getta luce su un filone dell’arte del Novecento che gli anglosassoni definiscono Outsider Art Fair tentando di delineare un percorso all’interno della cultura pop e di collocare le opere e gli autori in un continuum storico più ampio rispetto al limitato orizzonte della controcultura.