Gli esperimenti tipografici del designer Ed Fella sono stati elogiati da molti designer negli ultimi trent’anni, ma meritano comunque di essere conosciuti da un pubblico più ampio.
Nel 2010 ho curato una selezione dei famosi volantini di Ed Fella, creati a posteriori – come li descriveva lui durante le sue conferenze – per una mostra sul Surrealismo e la grafica alla Moravian Gallery nella Repubblica Ceca. Volevo proporre un modo originale di guardare al lavoro di Fella, che era stato da sempre apprezzato e analizzato soprattutto in relazione alle influenze del Postmodernismo nella progettazione grafica.
Quando la mostra fu allestita decisi di farmi in giro per le sale insieme a Marek Pokorny, allora direttore della galleria di belle arti della città di Brno.
Pokorny non aveva mai visto il lavoro di Fella prima di allora. Il suo background come critico e curatore proveniva da studi di storia dell’arte e non proprio specifico sul mondo del design.

 

Il muro fitto di volantini delle dimensioni di 28 x 43 cm di Fella erano organizzati su un’ampia griglia e catturarono immediatamente la sua attenzione. Erano visivamente spettacolari. Erano originali, prodotto di una mentalità unica. Ed erano assolutamente ossessivi. L’arte è sempre ossessiva.

 

È l’implacabilità di un’impresa completamente Do it Yourself che aiuta a distinguere l’attività lavorativa dall’arte. Pokorny non aveva bisogno di sapere nulla di più sulla storia del design grafico contemporaneo o delle complessità della tipografia e del layout per riuscire ad apprezzare i lavori di Fella, capì immediatamente infatti che ciò che stava di fronte a lui erano le creazioni di un vero artista.

 

Exit Level Designer, flyer, (retro) Geburstager Symposium, Vienna, 2002

 

He’s (His)story, flyer, University of Memphis, 1997

 

History, Commercial Art, and the American Vernacular, flyer, (retro), Konstfack, Stoccolma, 2003

 

Ho iniziato questo articolo su Ed Fella enfatizzando il lato artistico dei suoi volantini perché non c’è modo di apprezzare appieno ciò che ha realizzato in questi pezzi senza declinare l’analisi sia pensando al mondo dell’arte che a quello del design. La sua produzione personale realizzata dal 1987 ad oggi, dopo 30 anni di carriera come designer nella città di Detroit, vive proprio in quella zona dove i due campi si confondono e si intrecciano indissolubilmente fra loro.
Fella ha da sempre mostrato una spiccata sensibilità nei confronti dell’arte e guadagnandosi una borsa di studio presso la Herron School of Art di Indianapolis. Tuttavia, dopo essersi diplomato al liceo di Detroit, ha scelto di rimanere in città e continuare a lavorare soprattutto per clienti e aziende dando quindi una valenza commerciale al suo lavoro, non accantonando però mai la voglia di creare arte.
Nei volantini che Fella ha prodotto presso il CalArts (California Institute of the Arts), dove ha insegnato dal 1987 al 2013, ha messo in atto la sua più totale libertà espressiva. Gli annunci ufficiali che presentavano queste lezioni di Fella e di altri designer in visita all’istituto venivano ovviamente realizzati in anticipo a scopo promozionale, di solito da qualche studente del corso di grafica. Fella ha però poi utilizzato i suoi volantini fatti a mano e stampati in un negozio locale – solitamente fronte-retro – come esperimenti grafici successivi ai diversi eventi a cui aveva partecipato. Con questo intendeva dimostrare che aveva raggiunto un punto nella sua carriera di designer in cui agiva come se egli stesso fosse il proprio cliente e quindi non preoccupandosi più degli aspetti più noiosi della comunicazione. Poteva investigare tutte le possibilità di una forma grafica assai particolare come il volantino senza tener conto dei soliti vincoli grafici e strutturali distribuendo i suoi volantini addirittura dopo la fine degli eventi.

 

Presentation by Lisa Nugent of Reverb, flyer, California Istitute of the Arts, Valencia, 1999

 

Il pubblico amante dei volantini di Fella – ampiamente presenti su riviste, libri e online dalla metà degli anni Novanta – è da sempre composto principalmente da disegnatori, designer e grafici. Nel 2012, un originalissimo alfabeto disegnato da Fella ha abbellito la copertina della terza edizione del The Thames & Hudson Dictionary of Graphic Design and Designers, confermando la sua risonanza internazionale.
La scrittura e il pensiero sul suo lavoro vengono ripresi ancora oggi da designer ed educatori e in questo specifico ambito giova ricordare la figura di Lorraine Wild, la sua collega alla Cranbrook Academy of Art dove Fella ha conseguito un MFA nel 1987) e successivamente alla CalArts. La Wild, la più attenta conoscitrice dell’arte di Fella, ha scritto di lui su Emigre magazine (n. 17, 1991), dove c’è anche l’intervista a Fella fatta dal collega di CalArts Jeffery Keedy.
Michael Worthington, un altro insegnante di CalArts, ha curato una mostra dal titolo Two Lines Align: Drawings and Graphic Design in cui sono stati esposti i lavori di Ed Fella insieme a quelli di Geoff McFetridge presso la REDCAT Gallery di Los Angeles, supportata da uno splendido catalogo. I suoi colleghi sono da sempre i suoi primi ammiratori e studiosi e, oltre un decennio dopo il suo pensionamento Ed Fella conserva ancora un ufficio personale alla CalArts.
Il lavoro di Fella è stato acquisito dal Los Angeles County Museum of Art (dove ha tenuto una grande mostra nel 2017), dalla Merrill C. Berman Collection, da Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum e dal dipartimento di Architettura e Design del MoMA, che ha undici dei suoi volantini.
Proprio la selezione del MoMA, visibile anche online, non vi è alcun segno delle immagini disegnate a mano e dei collage di cui abbonda il suo lavoro e tale scelta della selezione è rivelatrice delle peculiarità del lavoro di Fella, sembra identificare il suo lavoro con l’attività incessante di sperimentatore tipografico e ne sottolinea l’importanza nell’ambito della storia del design.
Negli anni in cui Fella lavora a stretto contatto con varie committenze commerciali a Detroit, Fella dimostra tutta la sua versatilità mostrandosi in grado di disegnare in qualsiasi stile un lavoro richiedesse. Nei volantini e nella sua produzione artistica ha spesso fatto riferimento e rielaborato proprio l’iconografia con cui aveva realizzato i lavori commerciali, le forme delle lettere selvaggiamente distorte e le regole della tradizione della storia del design sono infatti solo una piccola parte della sua carriera come artista.

 

Lecture at Santa Monica Bay Club of Printing, flyer, Los Angeles County Museum of Art, 2002

 

Come detto, Fella ha avuto una prima parte della carriera lavorativa come grafico e poi, nella sua seconda fase, ha insegnato grafica tenendo sempre molto a presentare la sua figura come grafico. Mentre la sua produzione successiva continua a sottoporre allo spettatore e allo studioso una eccitante sfida al su cosa può essere la comunicazione grafica, Fella non ha fatto mai alcun tentativo di proporre questo suo lavoro ad un pubblico più ampio, ad un pubblico cioè più riconducibile al panorama artistico. Recentemente gli ho chiesto se avesse un elenco delle sue mostre sapendo bene che chiunque voglia farsi strada nel mondo dell’arte porta sempre con sè un proprio catalogo.

 

Mi dispiace ma io non ho mai avuto cataloghi completi di nulla: conferenze, mostre, pubblicazioni, premi, ecc. A differenza degli artisti. La mentalità tipica di un grafico della mia epoca si basa sulla domanda: Chi potrebbe mai volerlo o averne bisogno? 

 

Per una mostra del lavoro di Fella all’Università di Reading, nel Regno Unito, che ho curato, abbiamo tentato di mettere in evidenza i dettagli di alcuni dei suoi volantini realizzando un grande pannello appeso alle parete. I suoi lavori infatti sono molto complessi nella loro stratificazione grafica e, ovviamente, funzionano ancora meglio se esposti a dimensioni più grandi degli originali.
Fella spesso lavorava per passaggi successivi, creando prima elementi di grandi dimensioni per poi ridurli successivamente per adattarli alle dimensioni più tipiche del volantino di carta. Lo studio di questi ingrandimenti mi ha fatto capire ancora più chiaramente che mai Fella avrebbe realizzato grandi pezzi da parete in edizione limitata come stampe di alta qualità per mostre o vendite nelle gallerie d’arte. Egli ha da sempre preferito non farlo mantenendo il risultato sulla scala di progettazione grafica del  foglio stampato, poi regalato a chiunque ne volesse una copia.
Eppure la questione del rapporto dell’opera con l’arte è sempre sembrata centrale per Fella. In uno dei suoi più curiosi progetti  ha presentato la storia personale controfattuale in cui egli si è immaginato pittore, piuttosto che designer. Ha prodotto illustrazioni disegnate in miniatura mostrando come avrebbero potuto essere i suoi dipinti alla fine degli anni Cinquanta e Sessanta. Rispetto alle sue invenzioni grafiche straordinariamente sfrenate ed eccitanti, questi lavori del tutto immaginari sembrano antiquati e molto meno originali, come se con questo progetto avesse capito fino in fondo di aver fatto la scelta professionale perfettamente aderente al suo essere grafico piuttosto che artista.
Molto tempo fa lo stesso Ed Fella ha espresso la speranza che prima o poi un critico riuscisse finalmente a spiegare le complessità dei suoi progetti. Nel 2010, ha detto questo alla rivista Paper :

 

Finora nessuno è stato in grado di teorizzare il mio lavoro o classificarlo in qualche modo perché non esiste una categoria del genere che comprenda arte, poesia e design grafico, o tipografia e lettering come un’unica pratica.

 

Alla luce di questa dichiarazione ho esplorato alcuni di questi problemi in un saggio sui suoi fantastici disegni e collage di sketchbook, pubblicato nel volume della Unit Editions Ed Fella: A Life in Images, a cura di David Cabianca. Sono particolarmente interessato al modo in cui ha applicato nuovi e originali metodi di lavoro, strutture compositive e stili immaginari derivati dalla sua prima influenza del Surrealismo negli anni Cinquanta, quando studiava arte e design. Max Ernst e Joan Miró sono stati due dei surrealisti più significativi per Fella. Nel saggio riproduco un collage di disegni del 1933 di Miró dalla collezione del MoMA. Le successive composizioni  di Fella si inseriscono a mio avviso proprio in questa tradizione e sono davvero molto originali nella loro audacia e complessità formale e nella loro manipolazione dello spazio grafico.
Il nuovo libro si rivolge ancora una volta ai designer e evidenzia come ancora oggi, ciò che Fella ricerca attraverso l’editoria e la mostra sia un pubblico criticamente approfondito che esce dal mondo del design grafico, una critica quindi che possa apprezzare e, sì, teorizzare il suo lavoro in modi che è improbabile avvengano all’interno del ristretto e specializzato circuito del design. Cosa direbbero della sua opera gli esperti di poesia concreta, un’arte basata sulla lingua e sulla storia della parola-immagine surrealista? È improbabile che al momento ne siano consapevoli; dopotutto, Fella è conservato e classificato nel dipartimento di design del MoMA, non in quello artistico. Le rigide distinzioni disciplinari appaiono oggi più che mai del tutto inadeguate a favorire una comprendere dei lavori di personaggi ibridi come è appunto Fella stesso.
Attraverso lo studio dei lavori di Ed Fella chiediamo quindi ai designer di essere riflessivi. È il corpo stesso delle creazioni di Fella che, a partire dalla metà degli anni Ottanta, mostra la volontà di accendere tale riflessione portandola ai massimi livelli.
Fella è negli anni diventato un artista il cui soggetto è la pratica stessa di componimento grafico, le procedure tecniche utilizzate, le convenzioni storiche e vernacolari rivisitate, il linguaggio visivo e verbale scomposto e ricomposto e i detriti quotidiani del design commerciale soggetti a uso e riuso. L’esplorazione visiva che dimostra questo grado di originalità e consapevolezza di sé avrà sempre molto da insegnare a tutti i tipi di spettatori. A questo proposito, una pubblicazione più completa degli album da disegno in gran parte sconosciuti di Fella potrebbe essere la chiave per la sua scoperta più ampia e profonda. Quel giorno verrà sicuramente.



Riportiamo tradotto in italiano il contributo di Rick Poynor dal titolo Ed Fella’s Flyers Blur the Lines Between Design and Art originariamente pubblicato sul sito di AIGA – Eye on design che ringraziamo.

 

Lettura di Fella al Cornesh College, flyer, 2006

 

Nu-Bodies, flyer, MOMA New York, 1987

 

Lisa Krohn, MOMA New York, 1994

 


Rules Are Taught to Be Broken Only Exceptionally, flyer, How We Learn What We Learn conference, School of Visual Arts, New York, 1997