Uno dei prodotti editoriali che più mi ha colpito negli ultimi tempi è senz’altro “Nichtsein” di Katharina Schwarz, giovane studente tedesca che ha frequentato il corso Visual Society Projekte presso il Centro Scientifico di Berlino per la ricerca sociale insieme a Ellen von den Driesch, una studente di demografia che sta studiando il fenomeno del suicidio nella DDR.
Il programma della Visual Society è infatti una collaborazione tra gli studenti di “Visuelle Systeme” dell’Università delle Arti di Berlino e gli scienziati sociali di il Social Science Center Berlin (WZB).
Per saperne un pò di più ho chiesto direttamente a Katharina di spiegarmi un pò come ha lavorato per creare un libro che, oltre per la parte relativa al contenuto, a me ha affascinato per il suo elegantissimo stile editoriale che a me ha fatto pensare a certi lavori del designer Dieter Rams.
“Lavoriamo insieme su tematiche sociali complesse, conosciamo i metodi degli altri e sviluppiamo nuovi approcci interdisciplinari.
Ho iniziato a studiare con Ellen von den Driesch i tassi di suicidio e come sono correlati ad altri indicatori. La cosa più interessante per me è stato scoprire tutti i diversi motivi che possono influenzare pensieri suicidi. Ad esempio, mi sono ritrovata a confrontare le correlazioni tra i tassi di suicidio ed i sistemi di assistenza sanitaria o il consumo di alcool di diversi paesi. Volevo dimostrare che non è solo un problema personale ma anche un problema causato dall’ambiente e dalla società in cui tutti noi viviamo. Quindi l’idea finale era di individuare alcuni di questi fattori chiave e realizzare un libro con lo scopo di informare e sensibilizzare su questo tragico tema.
Il libro è diviso in base ai diversi fattori che possono influenzare pensieri suicidi. Il primo, con tutti i fori, rappresenta l’età del suicida. Ogni foro è un suicidio avvenuto in Germania nel 2015, ordinato per età. Mostra innanzi tutto la quantità e evidenzia bene che i numeri dei suicidi aumentano con l’età.
Altri capitoli, per esempio, sono dedicati al sesso, al reddito, all’amore, allo stato civile o ad altre categorie minori. Alcuni fattori come la solitudine o la depressione mostrano lettere delle persone che si sono suicidate con le loro storie personali anziché i numeri e le statistiche.
Il mio approccio visivo per rappresentare questo argomento era quello di cercare di rimuovere alcune parti dalla pagina, proprio come le persone stesse rimuovono la loro esistenza dalla vita propria e degli altri”.
Grazie a Katharina Schwarz per le info e soprattutto grazie per aver lavorato ad un volume che è, nello stesso oggetto, così utile socialmente, così perfetto tecnicamente e così bello esteticamente.