Negli ultimi anni, l’artista francese Tiane Doan Na Champassak è diventato relativamente famoso per la grandiosità della sua collezione di riviste erotiche – nello specifico di quelle tailandesi – e per aver su queste ideato e realizzato un compendio di pubblicazioni che si riferiscono agli anni ’60 e ’70.
La parte però interessante del lavoro di Champassak è che, ad un certo punto, la sua attenzione si è soffermata sugli aspetti relativi alla censura di queste nudità, su cosa, come, quando e perché, questi corpi aggraziati venivano coperti e soprattutto sugli aspetti artistici con cui questa censura veniva posta in essere.
La sua attività di ricerca si appoggia anche alla campagna di sensibilizzazione contro le censure intitolata “Free the Nipple” iniziata nel 2013 da l’attivista e filmmaker Lina Esco che lotta anche contro le strane censure del web che perpetuano e impongono tabù legati ai capezzoli femminili. Facebook per esempio proibisce graphic content che ritraggono immagini dei capezzoli. Il regolamento di Instagram chiede addirittura ai suoi utenti di “tenersi i vestiti addosso” ma, come sappiamo bene, questa regola sembra essere applicata solo ai capezzoli.
Nei sei volumi quindi vengono mostrati numerosissimi esempi di collage ripresi dalla sua vastissima collezione che conta più di 4000 libri. Questi infiniti esempi di censura vengono presentati in maniera ordinata ed elegante.
Ritagliati dall’immagine originale, mostrano tutto l’inventario con cui si può nascondere un capezzolo: dalle stelline alle note musicali, dalla classica biancheria intima fino ai fiori posizionati perfettamente sul luogo peccaminoso fino ad arrivare a casi ancora più creativi e fantasiosi.
Tutti e sei i volumi sono acquistabili presso la casa editrice RVB Books un editore indipendente dedicato alla progettazione e stampa di libri d’arte molto ricercati e interessanti che, all’interno della sua galleria d’arte, svolge anche un’interessante attività di promozione delle nuove e più originali pratiche editoriali.