La storia della grafica underground, così come un pò tutto del resto, si sviluppa attraverso una moltitudine di strappi e piccole rivoluzioni – di allunghi si direbbe in gergo ciclistico – grazie alle quali si adatta e a volte addirittura anticipa i tempi e gli stili.
Uno di questi strappi è senz’altro rappresentato dall’opera di Basil Wolverton, uno degli artisti più polarizzanti ed estremi della storia del fumetto, ma che – allo stesso tempo – è riuscito ha conquistarsi una bella fetta di seguaci e ammiratori.
Wolverton è famoso per le sue indimenticabili rappresentazioni di personaggi stravaganti, grotteschi e si, si può dire, brutti.
Il suo stile è stato definito con una perfetta metafora culinaria “spaghetti and meatballs” cioè “spaghetti e polpette” e credo sia giusto dedicargli qua nelle pagine delle Edizioni del Frisco un bell’approfondimento.

Basil Wolverton in 1959

Basil Wolverton è nato nel 1909 a Central Point, in Oregon da un padre tuttofare che si stabilì vicino a Washington quando Basil aveva dieci anni.
Nonostante in famiglia fossero cristiani devoti, i genitori di Wolverton divorziarono quando il ragazzo era un adolescente e più o meno nello stesso periodo sua sorella maggiore morì inaspettatamente per la febbre reumatica.
Basil non aveva una formazione artistica, ma amava comunque disegnare e tra le sue influenze grafiche c’erano fumettisti storici come Sidney Smith,E.C. Segar – inventore di Braccio di ferro, e Rube Goldberg, geniale illustratore divenuto celebre per le astruse macchine (inutili o quali) che inseriva nelle sue strisce.

Rube Goldberg machine

Cantante dalla voce baritonale, suonatore di ukelele (come Crumb) e amante del ballo inizia a lavorare come giornalista e fumettista per il Portland News per il quale visita il set del film The General e dove incontra addirittura Buster Keaton. Nel 1926 vende il suo primo cartone animato dal titolo Marco of Mars alla rivista americana Humor ma gli editori credono sia una copia del famoso Buck Rogers di Philip Francis Nowland e Dick Calkins e non lo distribuiscono.
Nel 1937 Wolverton fa domanda ai Walt Disney Studios ma viene respinto.
Nel 1938 riesce finalmente a stampare il suo primo lavoro entrando nel mercato dei fumetti americani, ma a differenza di molti suoi contemporanei, Wolverton non si trasferì a Manhattan, ma rimase nel nord-ovest del Pacifico da dove continuò ad inviare i suoi lavori per posta.
Già dai primi lavori si nota il suo stile bizzarro che si avvicinano ad altri stravaganti come Boody Rogers e Fletcher Hanks.

Stardust the Super Wizard di Fletcher Hanks fumetto proto psichedelico degli anni 40

Il suo fumetto di fantascienza Spacehawks e il comico poliziesco Disk-Eyes the Detective vengono pubblicati nei fumetti Circus e The Comic Riot.
Spacehawks è una folle saga di fantascienza dove un uomo interplanetario combatte contro pirati spaziali e altri malfattori e dimostra la sconfinata immaginazione di Wolverton nel creare esseri assurdi e fantasiosi.
La sua carriera piano piano decolla e i lavori si moltiplicano fino al suo primo grande successo fu Powerhouse Pepper (1942-1948), una serie comica di boxe pubblicata da Timely – futura Marvel Comics.
Pepper è un eroe fantasticamente fuori di testa che picchia tutti quelli che lo infastidiscono anche se spesso sottovaluta la propria forza con risultati disastrosi.

Powerhouse Pepper

Powerhouse Pepper

I personaggi parlavano attraverso allitterazioni, in rima e facevano continuamente stranissimi giochi di parole.
La notorietà nazionale di Wolverton aumentò quando nel giugno 1946 partecipò vincendo il concorso tenuto da Life Magazine quando parleremo della seconda parte della carriera di Basil Wolverton e di altre sue invenzioni, ma su questo torneremo nella seconda parte del pezzo che a breve troverete sempre sulle pagine delle Edizioni del Frisco…………