La parola chicano nella lingua inglese è nata in origine per identificare le persone di origine ispanica che vivevano nei territori statunitensi appartenuti al Messico come la California e il Texas.
Il movimento della minoranza ispanica nato negli anni Sessanta si è riappropriato del termine e ne ha fatto un motivo di orgoglio sulla scia di quanto fatto dal movimento dei neri con il Black Panther Party (QUI il pezzo sulle riviste delle Pantere Nere).
Il termine raza fu usato per la prima volta nel 1952 da José Vasconcelos nel saggio La raza cósmica, in italiano la razza cosmica, in cui affermava che il popolo messicano apparteneva a una quinta razza del futuro, in cui si mescolavano diverse popolazioni tra cui indigeni, europei e africani.
Durante gli anni ’60 e ’70, il quotidiano chiamato proprio La Raza ha catturato lo spirito rivoluzionario della zona East di Los Angeles, quella per intendersi dove viveva propria una delle più numerose comunità ispaniche di tutti gli Stati Uniti.
Dalle proteste per le disuguaglianze sociali e dagli scioperi guidati dagli studenti fino alla morte di alcuni membri della comunità chicanos per mano del dipartimento di polizia di Los Angeles, La Raza ha pubblicato le storie scomode e solitamente nascoste della comunità ricoprendo un ruolo fondamentale nel creare il movimento per i diritti civili guidato da messicani americani informando i residenti dell’Eastside sulle questioni politiche e sociali della comunità.
Laureati entrambi a Stanford, Elizier Risco attivista di origine cubana e Ruth Robinson, la fidanzata di Risco, nel 1967 fondarono insieme a John Luce nel seminterrato della chiesa dell’Epifania a Lincoln Heights, a East LA il magazine bilingue La Raza come strumento politico per tutti i gruppi organizzati della comunità. Joe Razo era invece uno dei collaboratori, scrittore, fotografo e coeditore di La Raza.
Il primo numero di La Raza fu pubblicato nel settembre 1967 e includeva il famoso poema di Corky Gonzalez I Am Joaquín.
Questo primo numero includeva anche un editoriale scritto da Richard Vargas e riportava come da tradizione la missione del giornale illustrata in questi termini:
“Mis Amigos Chicanos, è arrivato il momento di smettere di scusarsi per essere messicani … Dobbiamo unificare, organizzare e mobilitare l’intera comunità messicana in azioni politiche e militanti“.
Si nota immediatamente la forte similitudine che accomuna il progetto poitico di La Raza con quello del Black Panther Party Newspaper sia in termini di linguaggio che di contenuto delle proposte.
La Raza si schierò violentemente contro l’impegno americano in Vietnam, unendosi a tutta la miriade di fogli underground che stava esplodendo in tutto il paese.
Era venduto in abbonamento, ma gratuito per coloro che non potevano permetterselo che potevano comunque trovarlo nelle varie biblioteche di quartiere.
Più che un giornale locale, La Raza è stata un progetto di resistenza attiva da parte del movimento Chicano supportato da un corposo archivio fotografico di circa 25.000 immagini creato per sopperire alla mancata rappresentazione nei media della comunità.
I fotografi di La Raza hanno documentato con un nuovo approccio molto vicino al fotogiornalismo, la brutalità della polizia in maniera diretta, senza filtri, mostrando anche le ferite riportate dai militanti dopo le aggressioni della polizia di Los Angeles.
Le immagini hanno avuto il merito di portare all’attenzione anche dei media nazionali e di cittadini non appartenenti alla comunità chicano favorendo gli appelli alla parità di trattamento e creando uno scudo contro ulteriori violenze. Le immagini invertono quindi la logica classica delle fotografie delle forze dell’ordine, sostituendo il colpevole con la vittima.
La Raza ha costantemente documentato anche i sistemi di comunicazione politica del movimento: i manifesti, gli striscioni, le bandiere, le opere grafiche, murali ed i primi graffiti dando a questi nuovi linguaggi una dignità mai vista prima.
La maggior parte di queste opere grafiche erano prodotte da militanti autodidatti, in alcuni casi con pretese artistiche.
Durante i suoi primi tre anni, La Raza fu pubblicato come un tabloid di otto pagine, ma già nel giugno del 1970, vista la grande diffusione in tutti gli Stati Uniti, la rivista cambiò formato adottando il formato magazine e arrivando a 20 pagine per ottenere maggiori entrate dagli abbonamenti e fornire ai suoi lettori più contenuti.
Il nuovo format di La Raza conteneva articoli più lunghi e sofisticati ed in generale faceva del magazine un prodotto più professionale ed di livello nazionale. Questo mutamento portò al distacco dell’ala più legata al territorio originario che non condivideva la svolta.
La Raza ha svolto un ruolo sostanziale nello sviluppo di El Partido de la Raza Unida a Los Angeles, un partito politico nazionalista chicano che negli anni ’70 raggiunse un notevole seguito in Texas e nel sud della California.
Non ottenendo però risultati politici concreti, La Raza il progetto editoriale inizia a perdere seguito e nel 1975 il numero dei collaboratori crollò portando ad una prima sospensione delle pubblicazioni durata per tutto il 1976.
La Raza tornò poi con due soli numeri nel 1977, ma con un taglio decisamente più moderato e pragmatico, lo sguardo era più distaccato e l’analisi del movimento Chicano era per lo più da una prospettiva storica.
La pubblicazione è stata ufficialmente interrotta nel 1978.L’archivio è attualmente conservato presso il Centro Studi di Studi Chicano dell’UCLA.