Quello di oggi è un pezzo su un prodotto davvero unico, che mi ha intrigato fin da subito e solo per motivi contingenti è rimasto fermo.
Partiamo da una constatazione di base: il design classico di un libro considerato “normale” è bidimensionale, si sviluppa cioè su due dimensioni e fin qua, sono rari i casi di esperimenti su altre strade in questo senso.
Per più di 700 anni, artisti e book designer hanno cercato di smentire questo assunto apparente mente banale, per spingere i confini bibliografici del libro su nuove prospettive.
Nel libro di Mónika Rudics, giovane studente ungherese del Dipartimento Media and Design, dal titolo Typop-up, la ricerca si spinge verso un tentativo di rivoluzionare le regole di base della tipografia attraverso lo studio dei movimenti meccanici.
Il libro contiene alcuni elementi di basi della tipografia, tra cui un utile glossario sull’arte tipografica.
I punti su cui il lavoro della Rudics si basa sono di per se interessanti. Il lavoro di equilibrio ottico, gli studi sull’origine calligrafica, il bilanciamento degli spazi in bianco e nero, l’equilibrio e le proporzioni delle forme all’interno della grafica.
Tutto questo però poi viene tramutato in forme e materiali con uno studio davvero minuzioso e, per certi versi anche visionario.
Il design e l’illustrazione del libro infatti tentano di affrontare l’essenza del concetto di pop-up book e tutti i limiti e la ricerca che vi sta alla base.
Nello specifico stiamo parlando della stratificazione della carta, il suo aspetto nello spazio e il funzionamento meccanico degli elementi, il tutto enfatizzando le forme geometriche.
Come per ogni capolavoro però non credo siano le parole la parte importante, ma le immagini del libro stesso.