MAVO è un movimento artistico giapponese radicale degli anni Venti nato dalla riproposizione delle attività dell’associazione giapponese di artisti futuristi, il gruppo di anarchici organizzatori della mostra svoltasi nel 1923 negli spazi pubblici dell’Ueno Park di Tokyo per protestare contro il conservatorismo nel mondo dell’arte giapponese.
Il gruppo di MAVO si muove attraverso una vasta serie di linguaggi anche molto distanti tra loro, dalla performing art alla pittura, dall’illustrazione all’architettura, con lo scopo di comunicare messaggi anti sistema e duramente in opposizione al mondo della cultura mainstream.
Alla stregue delle avanguardie europee che, quasi contemporaneamente, si sviluppano in Europa e in generale nel mondo occidentale, MAVO nasce come reazione al frenetico sviluppo industriale producendo una poetica che pone al centro della propria arte i temi della crisi, del pericolo e dell’incertezza. dell’umanità intera.
Il leader del gruppo è Tomoyoshi Murayama, autoproclamatosi interprete del modernismo europeo e già leader del movimento Miraiha Bijutsu Kyokai (Futurist Art Association) ovvero il futurismo giapponese i cui principi di stile possono essere visti in All of the Woman di Togo Seiji del 1917.
Il 1920 è l’anno in cui i futuristi russi David Burliuk e Victor Palmov arrivano in Giappone per alcune mostre a Tokyo, Osaka e Kyoto. Le loro opere hanno una grande influenza in Giappone e rappresentano un importante spinta alla fondazione del gruppo Mavo e del suo stile futurista.
Il collage Mystery del 1922 preannuncia la deriva di Murayama verso l’avanguardia con un insieme di ritagli di giornale, ritratti, spartiti musicali, immagini anatomiche e paesaggi.
Altri artisti coinvolti nel movimento sono Masamu Yanase, Kamenosuke Ogata, Shuzo Oura e Shinro Kadowaki, e successivamente Osamu Shibuya, Shuichiro Kinoshita, Iwane Sumiya, Tatsuo Okada, Michinao Takamizawa, Kimimaro Yabashi, Tatsuo Todai, Masao Kato e Kyojiro Hagiwara.
Alcuni artisti di MAVO provengono da esperienze e viaggi in Europa dove hanno conosciuto la pittura sociale di Georg Grosz, i quadri astratti spirituali di Wassily Kandinsky e le opere costruttiviste di El Lissitzky.
Lo storico dell’arte, Gennifer Weisenfeld, ha scritto che Mavo ha cercato di reintegrare l’arte nella vita quotidiana.
Gli artisti cosiddetti mavoisti cercano di sconvolgere o confondere i confini tra arte e vita quotidiana. Si ribellano alla fredda e grigia quotidianità combinando prodotti industriali con pittura, stampa d’arte o collage.
La loro arte performativa protesta contro l’ingiustizia sociale proponendo un’arte dove è centrale il tema dell’erotismo teatrale che tende a provocare e deridere le consuete norme morali dell’epoca.
È proprio durante la manifestazione del 1923, che Takamizawa Michinao, un membro del MAVO, scaglia contro il soffitto di vetro di un edificio che ospita una mostra di opere d’arte curata da Nika-kai, una società di organizzazione di mostre di pittura in stile occidentale fondata dal 1914, delle pietre in segno di protesta.
Tatsuo Okada e Tomoyoshi Murayama hanno curato la rivista MAVO, che viene pubblicata in soli sette numeri tra il luglio 1924 e l’agosto 1925 quando lo stesso Murayama realizza il collage Construction.
La pubblicazione include saggi su arte, politica, poesia e testi teatrali. Le pagine includono stampe originali di incisioni di linoleum e riproduzioni fotografiche dei componenti del gruppo, in alcuni casi queste fotografie vengono incorporate in nuovi collage nei numeri successivi della rivista stessa in una sorta di do ut des artistico tipico del movimento che fa del riutilizzo e del riciclaggio una delle proprie strategie fondanti.
Lo scioglimento del gruppo avviene alla fine del 1925, quando gli artisti Mavo si dedicano a diverse attività tra cui la pubblicazione di varie riviste, scritti di critica d’arte, illustrazione di libri, design di poster, spettacoli di danza e teatro e progetti architettonici.
Tutti numeri della rivista MAVO sono visionabili QUA.