La Bibbia di Gutenberg risale al 1454 ed è considerata la prima pubblicazione a caratteri mobili della storia della stampa a caratteri mobili in metallo.
Ma la stampa della Bibbia di Gutenberg non è priva di precedenti, anche assai pregiati, spesso del tutto sconosciuti solo a causa della loro lontananza geografica.
Esistono infatti alcuni esempi – davvero impressionanti oserei dire – ma come detto è necessario guardare in terre lontane dall’Europa. Prendiamo, per esempio, l’esemplare del libro stampato a Pechino nel 1410 contenente dhāranī sanscriti e illustrazioni di diagrammi mantra, stampato con blocchi di legno con inchiostro rosso brillante su carta bianca pesante, la cui stampa risulta incredibilmente dettagliata sia pur precedente Gutenberg di circa 40 anni.
Il suo testo, scritto in lingua Rañjanā tibetano e nepalese, un sistema di scrittura sviluppato nell’XI secolo, è stampato due volte, una volta su ciascun lato del foglio piegato a fisarmonica, in modo che il libro possa essere letto in modo indo-tibetano girando le pagine da destra a sinistra o in stile cinese girando da sinistra a destra.
Il contenuto del libro è essenzialmente una sequenza di testi sacri buddisti tibetani, o canti, con copertine in cartone spesso in cui sono disegnate con una estrema precisione ed eleganza, 20 icone del Tathagata realizzate a penna in vernice dorata su pagina nera.
Insomma, come avete modo di vedere, si tratta di un capolavoro sia dal punto di vista tecnico che estetico, un esempio di stampa che infatti è pura opera d’arte.