Nel 1971, l’artista in erba Arturo Vega fu arrestato a Città del Messico con altri 149 ragazzi. Sulla prima pagina del quotidiano messicano El Nacional del 13 febbraio 1971 compariva il titolone: “La polizia giudiziaria federale arresta 149 hippies degradati di entrambi i sessi”.
Vega (1947-2013) portò questo ritaglio con sé fino alla sua morte avvenuta nel 2013, una sorta di promemoria dell’oppressione che regnava in Messico e cche lui riuscì a malapena ad evitarsi emigrando a New York City.
Questi fantomatici hippies detenuti erano in realtà 148 e fra di loro c’erano attori, attrici, artisti, scrittori, poeti e registi, tra cui anche il famoso cineasta cileno Alejandro Jodorsky, arrestati tutti durante una festa in un sobborgo ricco di Città del Messico.
Il ritaglio sarebbe diventato molto più che un semplice ricordo del suo passato hippie e lo avrebbe accompagnato, regalandogli una fama immortale, ben oltre quello che lui stesso si aspettava quando decise di tenerselo in tasca.
Vega si trasferisce a New York poco dopo l’arresto per intraprendere la carriera nelle arti dello spettacolo facendo anche un provino come comparsa per la versione itinerante del musical di Broadway Hair e iniziando a creare collage ed altre grafiche a partire dal 1970.
Nel suo lavoro iniziale, Vega usa il collage in centinaia di lavori fra i quali poster, volantini e grafiche varie, ma come spesso accade, sarà un’opera in particolare a proiettarlo nella leggenda, un’opera che prende spunto proprio da quella pagina di giornale del El Nacional.
A New York City nel 1973, Vega vive e lavora in un grande soppalco al numero 6 East di 2nd Street e, proprio in questo periodo, incontra e diventa amico di un allampanato musicista di nome Jeffrey Ross Hyman, presto conosciuto da tutto il mondo come Joey Ramone, prima che i Ramones stessi si formassero nel 1974 e iniziasse a suonare allo storico locale newyorchese CBGB , situato proprio dietro l’angolo rispetto a dove si trovava il loft di Vega.
Il loft era una versione punk della Warhol’s Factory, liberamente vissuta ed occupata da una popolazione sempre nuova che prendeva i propri spazi fra divani e letti consumati e i tavoli da lavoro sparsi per l’intero spazio.
Proprio Joey e la sua band iniziano ad essere famosi, per il loro sound nuovo e originale, per il loro look così diverso, libero e sbarazzino.
Man mano che la fortuna dei Ramones cresce, anche Vega inizia a trovare maggiore spazio nell’ambiente artistico della grande Mela, inizia collezionare opere d’arte: Warhol, Barbara Kruger, Richard Hambleton e contribuisce alla gestione della galleria Spiritual America co-fondata con Richard Prince nel 1983.
All’inizio Vega è conquistato dalla potenza fulminea dei brani da tre minuti e via, dall’energia dei Ramones e da quello che considerava il loro look tutto americano fatto di jeans strappati, scarpe da ginnastica e giacche di pelle.. proprio per questo suo amore incondizionato per loro, li lascia vivere e provare nel suo loft. Per loro disegna un grande banner per lo sfondo del palcoscenico che riportava semplicemente la grande scritta RAMONES in lettere nere su uno sfondo bianco, uno sfondo da appendere sul palco mentre suonano.
Il carattere e la tipografia del logo provengono direttamente da quel titolo di El Nacional che ancora Vega tiene con se.
La casa di Vega diventa The Ramones Loft, un magazzino e quartier generale spesso utilizzato per interviste e servizi fotografici per le prime foto della band,
Da quel primo semplice lavoro, Vega inizia a stampare il logo con la sola parola sulle magliette da vendere per strada.
I membri della band inizialmente non credono molto nell’idea di merchandising che propone Arturo, si chiedono infatti chi diavolo si sarebbe preso la briga di comprarsi una maglietta con il nome di una band sconosciuta.
La band però decolla sul serio e iniziano concerti in spazi molto più grandi per la forte richiesta da parte dei giovani che conosono a memoria tutti i pezzi e non vedono l’ora di scatenarsi al ritmo frenetico di one, two, three..
E’ proprio in questo periodo che Vega scopre su una fibbia di una cintura trovata per strada, la grafica di un’aquila dall’aspetto istituzionale e la fotografa convinto che quello stemma può essergli utile, anche se ancora non sa ne il perché ne il come…
Nel 1976 scopriamo come utilizza l’aquila che infatti ritroviamo nella prima versione della t-shirt, una sorta di prototipo di quello che sarà.
Sul retro del secondo album della band, il logo appare più o meno così..
L’aspetto più interessante del lavoro di Vega è la decisione di creare un logo per un gruppo rock visto che, a ben guardare, l’unico vero precedente in questo senso è la bocca che John Pasche ha creato per i Rolling Stones nel 1971.
Pasche però lavorava con un gruppo già famoso in tutto il mondo e il suo logo è stato progettato principalmente per rafforzare l’immagine di cattivi ragazzi che avevano gli Stones e non per accompagnarli verso il successo con un logo che connotasse la band fin dalle origini.
La sfida di Arturo Vega è diversa proprio perché lavorava con un gruppo sconosciuto ed il suo logo basato sull’iconografia presidenziale ha cercato di conferire personalità e autorità alla band diventandone parte fondamentale per tutta la carriera dei Ramones.
Dopo che il logo è stato utilizzato per le t-shirt, il passo successivo è stato quello di portarlo sul palco con la band e così fu..
La maglietta diffuse in tutti gli States e anche oltre il marchio della band e divenne un vero fenomeno commerciale, vendendo ad un ritmo enorme. All’inizio Vega stampava nel suo loft, comprando le camicie nere alla rinfusa su Canal Street e allestendo una tipografia artigianale proprio nel loft arrivando addirittura a chiedere aiuto ai bambini del vicinato locale per rispondere alle enormi richieste.
Ben presto però la domanda divenne troppo insistente e Vega dovette concedere la licenza della produzione a società esterne che in seguito riguardò non solo le t-shirt ma anche scarpe da ginnastica e calze, pantaloncini, giacche, portafogli, tavole da skate, vestiti per bambini, cappelli e adesivi, tutti immancabilmente con il logo Ramones.
A dimostrazione di questo rapporto simbiotico fra Vega e la band e soprattutto con questo suo logo, è da ricordare come lo stesso Vega si fosse fatto tatuare la grafica sulla schiena alcuni anni prima di morire.
Oggi, il nome di Vega è sinonimo di un logo, un logo unico ed entrato immediatamente e per sempre nella storia della grafica underground, stampato in infinite t-shirt, bandiere, spille e quant’altro. Si tratta del logo ufficiale dei Ramones, la band di Gabba-Gabba-Hey..