Poster Workshop 1968-1971” è un libro di Sam Lord, Peter Dukes, Jo Robinson e Sarah Wilson con una prefazione di Jess Baines.
“Poster Workshop 1968-1971” è un pezzo di storia che tutti gli amanti dell’editoria, della grafica e della storia di queste due materie devono assolutamente conoscere.
“Poster Workshop 1968-1971” è il resoconto storico e grafico di una leggenda che ancora oggi risuona in tutta l’Inghilterra.
“Poster Workshop 1968-1971” è la dimostrazione che la passione e gli ideali hanno un loro peso specifico e che è grazie ad essi che la società può andare  avanti e migliorare le nostre vite.

Dal 1968 al 1971, chiunque poteva entrare nel seminterrato di Camden Town e commissionare un poster al gruppo di stampatori denominato “Poster Workshop 1968-1971”. I lavoratori in sciopero, i gruppi per i diritti civili ed i movimenti di liberazione di tutto il mondo si affidavano a questo gruppo ispirato all’Atelier Populaire attivo a Parigi durante il famoso Maggio 1968 per realizzare rapidamente i poster necessari alle manifestazioni sui temi caldi del periodo come Vietnam, Irlanda del Nord, Sud Africa, alloggi, diritti dei lavoratori e rivoluzione.
Il laboratorio di poster esisteva in un momento eccezionale. Ha prosperato sull’energia generata dalla convinzione che enormi cambiamenti fossero possibili, attraverso movimenti per l’uguaglianza, i diritti civili, la libertà e la rivoluzione. Era un’espressione di quel tempo – di eccitazione, cambiamento e speranza.
Questo libro è il terzo dopo “Eyeball Cards” e “UFO Drawings From The National Archives” della serie Irregulars sugli aspetti della moderna storia visiva britannica e riproduce tutti i manifesti prodotti dal Poster Workshop  offrendo una prospettiva unica e utilissima sui principali problemi politici degli anni Sessanta e Settanta in Gran Bretagna.

La storia narra che all’inizio del 1968, dopo aver lasciato la Bath Academy of Art, Sam Lord costruì un tavolo per serigrafia nella cucina di un appartamento che condivideva al 51 Moorhouse Rd, Notting Hill Gate, Londra. Proprio su quel tavolo furono stampati i manifesti, alcuni con l’assistenza di Peter Dukes, Dick Pountain e Jean Loup Msika, un tunisino francese espulso dalla Francia a causa del suo coinvolgimento con l’Atelier Populaire e gli eventi del Maggio francese. Espulsione revocata l’anno successivo a seguito di una campagna sostenuta da Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir.
Non esisteva un costo fisso per la stampa dei poster, l’idea era che i gruppi pagassero ciò che ritenevano di potersi permettere.
Le condizioni nel seminterrato – composto da solo due stanze senza riscaldamento – erano del tutto disastrose. La maggior parte dei solventi e dei prodotti per la pulizia emanavano fumi tossici, oltre ad essere combustibili. La maggior parte del lavoro veniva svolto in una stanza, mentre nell’altra erano appesi i poster ad asciugare.

Si tratta come averete senz’altro intuito di una storia leggendaria, per alcuni versi eroica, in cui un gruppo di persone per sostenere non solo i propri ideali ma anche di supportare tutti i gruppi organizzati in favore dei più deboli e di chi non ha diritti, ha messo sul piatto energia, forza, risorse e tanta, tanta passione.
Io sono innamorato del “Poster Workshop 1968-1971”.